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7 Dicembre 2023
IL VIVAIO ANCORA SOMMERSO DA FANGHI E RIFIUTI. Il caso di Gheri Vivai Piante di Montale

Ad un mese dall’alluvione è ancora in piena emergenza. Oltre 400mila euro solo per ripulire i 4 ettari di vivaio, oltre 1,5 milioni i danni. A rischio le madri piante di araucaria (di 40 anni). Già 200 le segnalazioni di danni da parte di aziende agricole

GUARDA LA VIDEO TESTIMONIANZA: https://www.youtube.com/watch?v=paoRxDGhPss 

In piena emergenza ad un mese dall’alluvione, un vivaio (tra i tanti) mostra ancora tutti i segni del maltempo di inizio novembre. La situazione è disperata, senza l’intervento degli enti pubblici qui rimarrà una landa desolata adatta ai lupi. È il grido di dolore lanciato da un vivaista che ha (aveva) la sua azienda agricola nel pieno della zona più colpita nel comune di Montale: Gheri Vivai Piante, devastata da acqua, fango e con il terreno e uffici invasI da tutto ciò che è fuoriuscito dagli stabilimenti della contigua zona industriale di Stazione. Roberto Gheri è il titolare: “ho chiesto il preventivo per ripulire i nostri 4 ettari dai rifiuti, la cifra richiesta è di oltre 400.000 euro. I danni complessivi ammontano almeno ad un milione e mezzo di euro”.

Uffici invasi dall’acqua, piante ‘smarrite’ (tra cui 4000 araucarie appena trapiantate), piante da inviare immediatamente alla trituratura, e quelle che ‘moriranno’ nei prossimi mesi. “Molto grave è la probabile perdita delle piante madri delle araucaria –si dispera Gheri-, da cui si ricavavano i semi di una particolare varietà, difficile da riprodurre, considerando che sono piante di 40 anni”. Altro problema è il ripristino del suolo originario, ora ricoperto da 60/80 centimetri di fango e sporcizia. “Senza contare –aggiunge Gheri- che per ricreare il ciclo produttivo delle piante (tra cui magnolie e araucarie, per le quali occorre avere esemplari di tutte le ‘età) occorreranno almeno 5 anni. “La situazione è ‘disperata’”.

“Quella di Gheri Vivai Piante è una delle situazione più critiche. Il rischio è che la produzione non riprenda e, come dice Roberto, che i suoi terreni diventino una landa adatta ai lupi, più che alla produzione –spiega Fabrizio Tesi, presidente di Coldiretti Pistoia-“. L’alluvione ha colpito in modo pesantissimo molte attività agricole, soprattutto vivai –spiega Coldiretti Pistoia-, che in molti casi hanno fatto da cassa d’espansione, limitando i danni nei centri abitati, ma compromettendo le piante. Molte imprese stanno ancora valutando la vendibilità di tanta produzione. Alcune saranno destinate direttamente alla triturazione, altre rimarranno per più tempo del previsto (e costi maggiori) in campo nella speranza che riprendano il vigore e la bellezza che giustamente richiedono i clienti delle nostre piante ornamentali”.

“Solo in Coldiretti –continua Tesi- sono state circa 200 le aziende che hanno effettuato la segnalazione di danni, in alcuni casi si supera il milione di euro. Il rischio è che senza certezze di poter reinvestire, grazie alla celere messa in sicurezza di poderi e vivai, e ad aiuti finanziari immediati, la propria clientela possa rivolgersi ad altre attività, pistoiesi e non”.

“Nell’immediatezza degli eventi Coldiretti Toscana stimò in 50 milioni di euro i danni per l’agricoltura in regione a causa delle intense precipitazioni di inizio novembre. La metà dei quali in provincia di Pistoia, in particolare per danni ai vivai. A distanza di un mese –conclude il presidente di Coldiretti Pistoia- confermiamo la stima, che potrebbe essere rivista al rialzo, purtroppo”.

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