I vivaisti pistoiesi con il calore residuo della centrale potrebbero riscaldare le serre, propone Repower. Peccato che le piante prodotte a Pistoia, necessitano solo del calore del sole. Questo ed altro nel doppio appuntamento di oggi, martedì 11 ottobre 2011, organizzato da Coldiretti per chi è interessato a capire l'impatto ambientale ed economico che comporterebbe la costruzione dell'ipotizzata centrale elettrica nell'area ex Radicif, da parte della Repower Produzione Italia SpA (gruppo Repower). Alle ore 10.00 si terrà una conferenza stampa, presso la sede Coldiretti Pistoia (via dell'Annona, 191 – Pistoia). Interverranno Riccardo Andreini, presidente Coldiretti Pistoia, e Francesco Sossi, direttore Coldiretti Pistoia; alle ore 21.00 un incontro con cittadini e imprenditori agricoli, presso il circolo MCL di Badia a Pacciana. Interverranno i professori Simone Gorelli e Massimo Rovai dell'università di Pisa, che illustreranno i risultati dello studio. Saranno presenti Riccardo Andreini, presidente Coldiretti Pistoia e Francesco Sossi, direttore Coldiretti Pistoia.
Nel corso dei due appuntamenti saranno diffusi i risultati della ricerca scientifica commissionata a Ema srl (Environmental Management Agency), condotta da Simone Gorelli, docente di pianificazione ambientale all'università di Pisa, e dall'agronoma Elena Balducci. Gorelli sarà presente, insieme a Massimo Rovai dell'università di Pisa, all'incontro serale. Il progetto di centrale elettrica non convince per ben nove motivi, che saranno esplicitati nel corso dei due incontri. Inoltre, nel corso degli incontri il presidente Riccardo Andreini di Coldiretti Pistoia e il direttore Francesco Sossi racconteranno nuovi elementi su come si è arrivati a proporre di costruire una centrale elettrica (un progetto riciclato dopo essere stato già proposto e rifiutato su altri territori) in mezzo ai vivai pistoiesi, i più importanti d'Europa: il settore vivaistico pistoiese conta circa 1.500 aziende con oltre 5.000 addetti che generano una Produzione lorda vendibile di circa 500 milioni di euro l'anno, attivando un indotto con oltre 3.000 operatori.
NOVE BUONI MOTIVI PER DIRE NO!
Su tutti i temi sottoriportati sono stati richiesti chiarimenti ed approfondimenti, fornendo anche suggerimenti fattivi alle autorità competenti.
Di cosa stiamo parlando:
- Centrale a ciclo combinato (alimentata a gas), ubicata in località Canapale nel comune di Pistoia
Potenza elettrica 120-140 MWe
Potenza termica in ingresso 245MWt
- Gasdotto – 670m
- Elettrodotto in cavo interrato - 2,7 km
- Sottostazione elettrica
Incoerenza progettuale con il piano energetico regionale
Il piano energetico regionale, che impone la riduzione del 20% delle emissioni di gas serra, individua l’utilizzo del gas metano come fonte energetica di transizione tra il petrolio e le rinnovabili, il piano si riferisce ad obiettivi da raggiungere entro il 2020.
L'investimento relativo all'impianto Repower per la produzione di energia da gas metano, che nella migliore delle ipotesi potrà entrare in funzione a partire dal 2014, non può essere considerato un investimento transitorio.
Nello Studio di impatto ambientale (Sia) di Repower si parla di deficit energetico regionale che giustificherebbe il nuovo impianto. Tuttavia si fa riferimento ad un bilancio energetico sviluppato nel 2008 (sei anni prima della presunta entrata in funzione della nuova centrale) trascurando l'incremento di energia da fonti rinnovabili. Un incremento esponenziale favorito dagli incentivi sia per nuovi impianti (fotovoltaici, eolici, biomasse, geotermia e non solo), sia al risparmio energetico (che ha significativamente ridotto i consumi).
Inoltre, per produrre la stessa energia che garantirebbe la nuova centrale , si potrebbero impiantare impianti rinnovabili:
- fotovoltaico, basterebbero 115 ettari di pannelli;
- eolico, circa 46 aerogeneratori da 3 MW
- biomasse, collocando in maniera diffusa piccoli impianti e sfruttando il concetto di filiera corta.
Vantaggi per abitanti e sistema economico
Nello studio si individua come valore aggiunto dell’opera la cessione del calore alle utenze termiche interessate tra cui spiccano i vivaisti, ma da una attenta analisi del tessuto produttivo vivaistico pistoiese emerge che le poche serre presenti sono serre fredde che utilizzano solo in casi di soccorso il riscaldamento.
Nessun vantaggio di prezzo dell'energia è previsto per chi abita nei pressi della centrale.
Aria
Lo Studio di impatto ambientale della Repower ricostruisce le condizioni meteo-climatiche dell’area interessata dal progetto, per simulare gli eventuali scenari di diffusione delle emissioni gassose rilasciate in fase di esercizio. Ma i dati utilizzati risalgono al 2005 (nove anni prima della presunta entrata in funzione della centrale). Inoltre, i dati sono frutto di rilevazioni effettuate da centraline poste non proprio in prossimità dell'area dove la centrale è ipotizzata.
Tra gli inquinanti gassosi non viene preso in esame l’Ozono (O3) troposferico, prodotto secondario degli ossidi di azoto (NOx) e fortemente influenzato da questi e che risulta essere un inquinante (ad effetto serra).
Ambiente idrico
Lo Studio di impatto ambientale della Repower si basa su dati del torrente Ombrone poco attendibili. È necessario un approfondimento della situazione dello stato ecologico ed ambientale dell'Ombrone, in particolar modo a monte e a valle della confluenza del torrente Brusigliano.
Suolo
Lo Studio di impatto ambientale di Repower pone la centrale in una zona a rischio sismico medio (come da classificazione del territorio pistoiese). Ma non risulta molto chiaro se tale classificazione siano estendibili automaticamente anche i terreni interessati dalle opere secondarie (cavidotto, gasdotto, ecc.).
Carenze informative si riscontrano anche rispetto al rischio idraulico (alluvioni, ecc.). Tutto il sito interessato dall'opera ricade in un'area ad elevata pericolosità idraulica, ma non risulta chiaro se tutte le opere connesse alla centrale (vasche di contenimento dei reflui, serbatoi per lo stoccaggio dei chemicals e degli olii, piazzola di stoccaggio dei rifiuti, ecc.) siano state adeguatamente progettate per collocarsi al di sopra del battente idraulico relativo alla quota di imposta della centrale.
Vegetazione flora, fauna ed ecosistemi
Lo Studio di impatto ambientale della Repower riporta informazioni generali e non specifiche del sito, che accoglie anche specie tutelate. Nessuno specifico approfondimento sugli effetti che la presenza della centrale provocherebbe alle produzioni vivaistiche: 2500 essenze coltivate nel circondario della centrale.
Salute Pubblica
Lo Studio di impatto ambientale della Repower ritiene che la centrale non genererà impatti ambientali significativi sulla salute pubblica. Lo studio trascura l'effetto dell'Ozono (vedi Aria) che a causa del suo elevato potere ossidante, attacca direttamente animali, vegetali e materiali non biologici, influendo anche sulla salute dell’uomo. Inoltre il cavidotto produce un campo magnetico nocivo alla salute umana. Il cavidotto attraversa anche ampie zone a vivaio dove in maniera continuativa svolgono la loro attività operatori.
Radiazioni ionizzanti
Lo Studio di impatto ambientale della Repower assicura che cavidotto ed altre fonti di radiazioni sono poste a distanza di sicurezza. Tra l'altro, relativamente ai raccordi aerei afferma che nelle distanze ed aree di prima approssimazione non ricadono edifici o luoghi destinati a permanenza per più di 4 ore continuative. Un'affermazione da verificare, vista la presumibile presenza di operai agricoli che si trovino a lavorare in prossimità (circa 3m) del tracciato del cavidotto.
Paesaggio
Lo Studio di impatto ambientale di Repower ritiene mitigato l'impatto paesaggistico con una progettazione ad hoc della centrale e degli impianti connessi. L'area non è soggetta a vincolo, ma la presenza di 2 camini per la fuoriuscita delle emissioni non esclude che possano interferire con la vista da due zone a vincolo paesaggistico: zona di Belvedere a sud di Pistoia e l'area di interesse storico e naturalistico per il paesaggio collinare con olivi, castagne, antichi borghi e resti di torri e mura di difesa del comune di Pescia che offrono dei punti di vista accessibili al pubblico.