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19 Gennaio 2012
Repower fa autogol: vorrebbe costruire una centrale elettrica alle porte di Pistoia, intanto ‘sposta’ il nuovo ospedale in centro città

Coldiretti: le istituzioni dicano un no definitivo ad un progetto dannoso al vivaismo e alla popolazione
Non solo Repower non conosce la tipicità dei vivai pistoiesi (che non necessitano di serre riscaldate), ma neppure si prende la briga di visionare puntualmente dove si sta costruendo il nuovo ospedale cittadino. È la conferma che il progetto della società è, oltre che dannoso per il vivaismo e la popolazione, anche improvvisato e adattato alle diverse situazioni senza alcun approfondimento da parte di chi perora la costruzione di una centrale elettrica, localizzata alle porte di Pistoia e circondata dai vivai più noti d'Europa dove si producono piante ornamentali.
I fatti. Tra poco meno di un mese la regione Toscana avrà tutti gli elementi per decidere se è compatibile con le regole vigenti l'impatto ambientale dell'ipotizzata centrale elettrica Repower, nell'area ex Radicifil.
Dopo le osservazioni al progetto presentate alla regione da Coldiretti Pistoia nell'estate scorsa, sono giunte le risposte della Repower produzione Italia (controllata da una multinazionale svizzera). Coldiretti Pistoia sta analizzando il fascicolo e, con l'ausilio di docenti universitari, entro il 10 febbraio (data ultima fissata dalla regione) fornirà elementi puntuali di replica.
Ad una prima analisi, però, si evidenzia come le controdeduzioni di Repower siano approssimative. Un solo esempio. Nel piano originario, per aumentare l'appeal della centrale, Repower ipotizzava che l'acqua calda, prodotta dal funzionamento dell'impianto, poteva essere utilizzata per scaldare le serre presenti nei vivai circostanti. Coldiretti faceva notare che le piante ornamentali, la specialità produttiva per cui Pistoia è nota in tutto il mondo, non necessitino di serre riscaldate (non ci voleva certo un'associazione agricola per conoscere questa ovvietà).
La replica di Repower è ancora più imbarazzante. Scrive che la presenza della centrale “potrebbe da un lato favorire un’evoluzione del sistema produttivo vivaistico e un’ulteriore diversificazione produttiva...”, improvvisandosi nuovo pianificatore di un settore che evidentemente poco conosce.
Poi ipotizza “la possibilità di fornire vapore e acqua calda al nuovo ospedale di Pistoia”. Correda l'ipotesi con una figura in cui si riportano “le ubicazioni della centrale e del nuovo ospedale, che distano circa 5 km in linea d’aria”, evidenziando addirittura il tracciato dei tubi. Peccato che venga sbagliata la localizzazione del nuovo ospedale che viene 'spostato' verso il centro città, nei pressi della stazione ferroviaria dove si sta costruendo un grande albergo e appartamenti. La reale collocazione dell'ospedale è nei pressi dell'uscita Sud del raccordo di Pistoia.
Ci rivolgiamo, come sempre, alle istituzioni -dichiara Riccardo Andreini, presidente Coldiretti Pistoia-. È possibile dare il via ad un progetto dannoso per il vivaismo e la popolazione, che viene via via adattato in modo a dir poco superficiale? Le istituzioni dicano un no definitivo ad un progetto che porterebbe conseguenze negative per il settore che garantisce occupazione e sviluppo a tutta la Toscana”.

A questo link del sito della regione Toscana la documentazione ufficiale del procedimento di valutazione di impatto ambientale (Via) sulla centrale. http://www.regione.toscana.it/regione/multimedia/RT/documents/2011/12/13/51870c2dcbb7e3556f3d494b4757e450_documentazionecentraleciclocombinatopistoia2.zip

Clicca qui e scarica la cartina che è a pagina 4 del documento “REPOWER - Risposte Integrazioni Nov.2011”.

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