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9 Giugno 2025
BIODIVERSITA’: DA POMODORO TIGRATO VALDIBISENZIO AD ANTICO POLLO VALDARNO, PREMIATI AGRICOLTORI-CUSTODI CHE SALVANO VARIETA’ SU ORLO ESTINZIONE. Guarda le foto.

Se non fosse stato per Amerigo e Ademaro che ne custodivano gelosamente i semi nei loro orti e della recente passione di Simone, del pomodoro borsa di Montone, il tigrato di Luciana, oggi resterebbero sapori dimenticati e leggende. Le stesse che localizzano questo pomodoro striato e poco sexy in Francia, più precisamente in Corsica, prima di arrivare nella Valdibisenzio intorno agli anni ’40 per diffondersi rapidamente nelle campagne limitrofe. L’epoca dell’oro è durata fino agli anni ’90 quando sugli scaffali sono arrivati le varietà ibridate, belle da vedere, più convenienti e resistenti per chi li produce, più redditizi per chi li vende. E piano piano del pomodoro di Borsa di Montone se ne sono perse le tracce fino quasi a scomparire. A salvarlo, sull’orlo del precipizio, è stato Simone Rossini dell’azienda agricola “Selvapiana” che lo ha riabilitato e rilanciato coltivandolo  e trasformandolo per renderlo più moderno ed attuale anche per i gusti dei consumatori. Dalla passata ai pomodori secchi, l’antico pomodoro della Valdibisenzio è tornato sulle tavole attraverso la rete dei mercati contadini cavalcando la crescente maturità dei consumatori.

Lo stesso rischio lo ha corso la Cipolla di Certaldo decantata anche nel Decamerone di Boccaccio oggi rilanciata e valorizzata dai giovani fratelli Delle Fave Alessio, Andrea e Mirko. Oltre che come prodotto fresco, per cui è conosciuta e rinomata, i fratelli Delle Fave si sono inventati una serie di ricette ed abbinamenti a base della rossa della Valdelsa inediti e fantasiosi come il salame, i cantuccini, i biscotti, il panforte e persino un panettone. Ma anche il Pollo del Valdarno, una delle razze autoctone più antiche della Toscana, era nella stessa situazione. Destini che si sono incrociati nel nuovo mercato agricolo di Porta San Frediano, a Firenze, dove Simone ed i fratelli Delle Fave insieme a Laura Pieri e Francesco Panzacchi dell’agriturismo da Stefania Panzacchi hanno ricevuto il riconoscimento di “Custodi della Biodiversità” di Campagna Amica. Produzioni e imprenditori che sono entrati a far parte dell’Atlante della Biodiversità.

“Mentre gli scaffali dei supermercati offrono varietà infinite e sapori da ogni parte del mondo, ci sono tanti ortaggi, legumi, frutti, prodotti lattiero caseari e della norcineria delle nostre campagne che stanno scomparendo. La ragione non è perché siano meno buoni. Tutto il contrario. – va al nocciolo la presidente di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani – Le logiche dell’omologazione e del profitto a discapito dell’autenticità, della territorialità e della storia delle varietà autoctone stanno uccidendo quella stessa biodiversità che ha reso la nostra regione quello che è oggi dal punto di vista agroalimentare, ambientale, storico e turistico. La nostra rete di Campagna Amica, e così il nuovo mercato di Porta San Frediano, ha proprio lo scopo di facilitare l’incontro tra i nostri produttori, che riscoprono e coltivano tante varietà autoctone, ed i consumatori. Questo è l’unico modo per salvarli”.

Sono almeno una trentina di ortaggi, legumi, frutti “sfrattati” senza rispetto dagli scaffali. Si va dalla pera gentile alla susina di coscia monaca garfagnina, dai peschetti del Candia coltivati tra i vigneti terrazzati al melograno di Firenze e così via. A livello nazionale, rileva una indagine di Coldiretti e Campagna Amica, circa 2/3 della frutta antica a livello varietale è andata perduta nel secolo scorso. Basti pensare che a fronte delle circa 400 varietà di mele catalogate nel nostro paese, il 90% del mercato è costituito da solo 4 di queste.

Un patrimonio minacciato dal cambio di consumi e dalla difficoltà di trovarli in commercio, una sfida per gli agricoltori e per i mercati di Campagna Amica che a San Frediano hanno riunito, per la prima volta, decine delle produzioni regionali strappate all’oblio come il fagiolo zolfino, il raviggiolo del Mugello, l’aglione della Valdichiana, la patata bianca del melo, il fico di Carmignano, lo zafferano delle colline fiorentine ed altri. Un’arca di Noe della biodiversità.

“Con grande orgoglio abbiamo premiato le aziende che rappresentano la grande bellezza di questa magnifica regione che è la Toscana. Si tratta di realtà che raccontano la radice, la storia e la loro evoluzione, ma anche il cambio generazionale, il passaggio di testimone, e la credibilità del nostro mondo. – ha spiegato Dominga Cotarella, Presidente Fondazione Campagna Amica – I mercati di Campagna Amica sono il luogo dove i consumatori possono avvicinarsi e mettere in tavola uno stile di vita alimentare sano e genuino ancorato alle produzioni locali distanti anni luce dai sapori dell’omologazione”.

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