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6 Novembre 2025
PESTE SUINA: Coldiretti Pistoia incontra il prefetto. Restrizioni già operative alle aziende agricole di Abetone-Cutigliano

PESTE SUINA: COLDIRETTI, IN 500 IN PIAZZA PER CHIEDERE URGENTE CAMBIO DI PASSO GESTIONE EMERGENZA

Restrizioni già operative alle aziende agricole di Abetone-Cutigliano. Coldiretti incontra anche il prefetto di Pistoia

Necessario un maggiore coordinamento per fermare l’avanzamento del contagio in Toscana. Già 43 comuni in zona di restrizione nelle province di Massa-Carrara, Lucca e Pistoia. In piazza, al fianco delle bandiere di Coldiretti, sindaci, consiglieri regionali e rappresentanti del mondo istituzionale. L’ultimatum di Coldiretti Toscana: “due settimane per vedere risultati o torniamo in piazza”

Dopo aver partecipato alla manifestazione a Lucca, si è conclusa in prefettura a Pistoia la giornata di mobilitazione contro la diffusione della Peste suina di Coldiretti Pistoia, dove Paolo Giorgi il vice presidente, accompagnato dal direttore Francesco Ciarrocchi, hanno evidenziato ad Angelo Gallo Carrabba, Prefetto di Pistoia, la profonda preoccupazione per la situazione che, dopo le province di Massa-Carrara e Lucca, da pochi giorni ha coinvolto anche il pistoiese: il territorio del comune di Abetone-Cutigliano è stato inserito nelle ‘zone di restrizione, con forti limitazioni alle attività delle aziende agricole con conseguenze immediate sul reddito che mettono a forte rischio la sopravvivenza delle imprese, un ulteriore elemento che favorirà lo spopolamento della montagna.

“Sono sensibile alla problematica evidenziata -ha dichiarato Angelo Gallo Carrabba-. Nell’ambito delle mie competenze, sono a disposizione per favorire le necessarie azioni per contrastare questa emergenza”.

In mattinata 500 agricoltori ed allevatori ‘armati’ di cartelli, fischietti e bandiere gli agricoltori ed allevatori suinicoli di Coldiretti arrivati da tutta la Toscana si sono dati appuntamento sotto la Prefettura di Lucca per manifestare tutta la loro preoccupazione e delusione di fronte agli scarsi risultati delle misure di contenimento che avrebbero dovuto prendere di petto il letale virus evitando che si propagasse dall’alta Lunigiana dove era stato rilevato un anno e mezzo fa al resto della regione, non sta funzionando. A guidare la protesta la presidente regionale di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani accanto ai presidenti di Lucca e Massa Carrara, Andrea Elmi e Francesca Ferrari, il vicepresidente di Coldiretti Pistoia, Paolo Giorgi.

Troppo deboli le difese schierate, troppo pochi gli abbattimenti rispetto al numero esorbitante di cinghiali in circolazione nei boschi che diffondono il virus, troppi i ritardi per l’installazione delle gabbie di cattura e delle attività di sorveglianza nonostante le Ordinanze specifiche per la Toscana del Commissario Straordinario denuncia Coldiretti Toscana.

Sono i numeri a dare la dimensione del fallimento. 43 i comuni già finiti nella rete delle restrizioni previste dal protocollo di sicurezza del piano nazionale, 88 i cinghiali morti risultati infetti, 4 nella zona di Piazza al Serchio nelle ultime settimane. Tre le province coinvolte: Massa Carrara, Lucca e Pistoia. Un quadro che dipinge un avanzamento pericoloso e rapido del contagio.

“La peste suina deve essere fermata prima che sia troppo tardi. – ha spiegato Paolo Giorgi, Vice Presidente di Coldiretti Pistoia–. I cinghiali sono una calamità nella calamità: oltre a devastare i nostri raccolti e ad essere un pericolo per la sicurezza stradale e pubblica, sono i portatori di questo virus. Il fatto che il virus non sia trasmissibile all’uomo, ed uccida solo i suini, non significa che debba essere trascurato. Tutt’altro. All’origine di tutto c’è una sottovalutazione dei pericoli e dell’impatto dell’epidemia che espone a conseguenze pesantissime 4 mila allevamenti suinicoli e 130 mila capi in tutta la nostra regione insieme a filiere di eccellenza come la Cinta Senese ed il Prosciutto Toscano che valgono 50 milioni di euro. Ma a rischio ci sono anche migliaia di imprese agrituristiche che vivono di escursioni ed attività all’aria aperta che le restrizioni limitano e scoraggiano producendo un danno alle comunità rurali”.

Istanze e timori che Coldiretti Toscana ha portato, al termine del presidio, all’attenzione del Prefetto di Lucca, Giuseppa Scaduto, nel corso di un incontro in cui sono state esposte le richieste di applicazione delle misure necessarie per arrestare la corsa della Peste Suina Africana.

L’ULTIMATUM DELLA PRESIDENTE DI COLDIRETTI TOSCANA LETIZIA CESANI: PRONTI A TORNARE IN PIAZZA SE NON ARRIVERANNO RISPOSTE ENTRO DUE SETTIMANE

La protesta di Lucca potrebbe non essere l’ultima. Lo ha anticipato al termine dell’incontro con il Prefetto di Lucca, la presidente regionale di Coldiretti Toscana, Letizia Cesani, che ha anche tracciato un cronoprogramma. Una mobilitazione quella di Lucca a cui hanno partecipato delegazioni di soci da tutta la toscana accompagnati dai presidenti provinciali Coldiretti a testimoniare una percezione del pericolo elevatissima anche in quei territori dove il contagio non è ancora arrivato. “Torneremo in piazza se entro un paio di settimane non vedremo il cambio di passo che abbiamo richiesto con un fattivo e chiaro impegno di tutte le istituzioni toscane. Il 12 parteciperemo all’incontro con il commissario straordinario Filippini in Garfagnana. La peste suina è una priorità: sarà il primo punto all’ordine del giorno sul tavolo dei nuovi assessori all’agroalimentare e alla sanità della Regione Toscana. – ha detto la presidente Cesani – Il Prefetto, che ringraziamo per l’attenzione, si è reso disponibile a convocare un incontro quanto prima non appena avrà raccolto i dati sullo stato dell’arte della gestione. Il tempo delle responsabilità arriverà, oggi è il tempo delle risposte. E questo tempo durerà un paio di settimane”.

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