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11 Dicembre 2021
GIORNATA MONTAGNA. Coldiretti, montagna pistoiese è viva anche grazie a centinaia di aziende agricole

Una simbiosi tra uomo e natura che bisogna aiutare, incrementando le risorse destinate a far crescere la popolazione montana.

Gli agriturismi in altura aumentano l’attrattività delle nostre montagne

La nostra montagna è viva, nonostante le sue fragilità, anche grazie a centinaia di aziende agricole impegnate a produrre e a preservare. Il paesaggio innevato di questi giorni la rende ancora più affascinante per i turisti, che ne vengono giustamente attratti, grazie alla quotidiana cura di chi in montagna ci vive e lavora. Una simbiosi tra uomo e natura che bisogna aiutare, incrementando le risorse destinate a far crescere la popolazione montana. Lo dichiara Coldiretti Pistoia in occasione della giornata internazionale della montagna (IDM – International Mountain Day).

“Per noi montanini questa giornata è un giusto riconoscimento -spiega Giuseppe Corsini, presidente degli agriturismi Coldiretti Terranostra-. Le attività agricole sono in piena attività: anche sotto la neve accudiamo gli animali, produciamo formaggi ed altri prodotti tipici, da offrire nei nostri agriturismi, nei negozi e nelle strutture ricettive o da portare a valle. Il periodo festivo di fine anno, con gli ospiti attratti dalla neve rappresenta per le aziende agricole una quota di non indifferente di vendite, purtroppo il protrarsi della pandemia rallenta la ripresa”.

E a dare il contributo di attrattività alla montagna ci sono anche gli agriturismi della rete Coldiretti (Terranostra-Campagna Amica), alcuni dei quali sono attivi in questo periodo anche col servizio ristorazione: I Sapori della Montagna, Il Volpino, Le Roncacce nei comuni di Abetone Cutigliano e San Marcello Piteglio, e l’Agriturismo Montaione nella Svizzera Pesciatina.

In occasione della Giornata internazionale della montagna Coldiretti a livello nazionale lancia un monito. Occorre salvare le vacanze sulla neve di 3,8 milioni di italiani che prima della pandemia erano andati in vacanza in montagna nelle feste di fine anno, per non fermare la ripresa economica ed occupazionale di quei territori (analisi Coldiretti/Ixè).

Si tratta di una opportunità – sottolinea la Coldiretti – destinata ad avere effetti non solo sulle piste da sci ma sull`intero indotto delle vacanze in montagna, dall`attività dei rifugi fino agli agriturismi già duramente colpiti dalle limitazioni di Natale e Capodanno dello scorso anno. Proprio dal lavoro di fine anno dipende buona parte della sopravvivenza delle strutture agricole con le attività di allevamento e coltivazione – continua la Coldiretti – svolgono un ruolo fondamentale per il presidio del territorio contro il dissesto idrogeologico, l`abbandono e lo spopolamento.

L’Italia puo’ contare peraltro su oltre 7500 agriturismi situati in montagna dove svolgono una funzione centrale per la tutela del territorio e la difesa della biodiversità a sostegno del turismo sostenibile che è stato scelto dalla Fao quest’anno come tema della giornata della montagna. I 2/3 degli agriturismi di montagna si trova nel nord Italia ma la presenza – sottolinea la Coldiretti - è diffusa anche nel centro e nel sud del Paese secondo Terranostra. L’ agriturismo – precisa la Coldiretti - è la struttura turistica piu’ integrata nel territorio montano del quale segue i ritmi con l’attività di coltivazione e di allevamento e ne tutela l’identità anche nell’offerta enogastronomica.

Non basta pero’ celebrare il valore della montagna ma – continua la Coldiretti - occorre ricordare e sostenere il ruolo svolto in questo ambiente dall’agricoltura e dall’allevamento che ne assicura la vitalità e ne disegna in modo profondo le forme ed i colori. La montagna rischia l’abbandono per le difficoltà che hanno costretto centinaia di miglia di aziende agricole a chiudere i battenti per la mancanza di opportunità. Il rischio concreto è lo spopolamento della montagna anche dalla presenza degli allevamenti, che hanno garantito fino ad ora biodiversità, ambiente e equilibrio socio-economico delle aree più sensibili del Paese perché – conclude la Coldiretti – quando una stalla chiude si perde un intero sistema fatto di animali, di prati per il foraggio, di formaggi tipici e soprattutto di persone impegnate a combattere l’abbandono e il degrado spesso da intere generazioni.

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