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20 Giugno 2013
AGRICOLTURA IN SERRA. TAGLIO ACCISE SU GASOLIO

  Il taglio dell’accisa sul gasolio 'da serra' dà una mano concreta ad un settore da primato del Made in Italy in Europa, con oltre 30mila di serre posizionate in tutta Italia che producono fiori e piante ornamentali e ortaggi. In provincia di Pistoia sono circa 600 le aziende interessate, in particolar modo nel pesciatino, uno dei poli regionali del floricolo, che producono fiori ed ortaggi con l'ausilio di serre.
“Siamo molto soddisfatti perché dopo anni di richieste disattese, arriva il provvedimento che darà un significativo respiro ad un settore particolarmente toccato dalla crisi -ha affermato Mario Carlesi, presidente della Coldiretti Pistoia-. Siamo convinti che il polo Pesciatino beneficerà del taglio di costi”.
La nuova norma rientra nel 'decreto del fare', approvato dal Consiglio dei ministri, prevede che l’accisa sul gasolio per il riscaldamento delle coltivazioni sotto serra, venga sostituita col pagamento di 25 euro per ogni mille litri, a condizione che i richiedenti siano serricoltori, coltivatori diretti e imprenditori agricoli professionali, iscritti nella relativa gestione previdenziale ed assistenziale. Il livello di imposizione agevolato sarà applicato sul gasolio per la serricoltura a condizione che le imprese beneficiarie si obblighino a ridurne il consumo, dando così un fattivo contributo al raggiungimento di una maggiore tutela ambientale.
Attualmente al gasolio per riscaldare le serre si applica il 22% dell'accisa ordinaria, come per tutti i prodotti petroliferi destinati agli usi agricoli.

“La disposizione, che decorrerà dal 1° agosto 2013 e fino al 31 dicembre 2015, intende dare una risposta concreta alla perdita di competitività del settore florovivaistico ed orticolo -spiega Vincenzo Tropiano, direttore di Coldiretti Pistoia- a causa da un lato, del venir meno delle disposizioni che prevedevano l’esenzione dall’accisa per il gasolio destinato alle serre e, dall’altro, dai continui aumenti dei prezzi dei carburanti con un aggravio dei costi di produzione insostenibili”.

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