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18 Aprile 2018
Clima bizzoso: non c’è pace tra gli alveari pistoiesi

Anche quest'anno non c'è pace negli alveari pistoiesi. I produttori sono alle prese con le bizze del tempo e poi con acari e insetti alieni che riducono la consistenza degli sciami d'api: di oltre il 50% con punte del 60%, stimano i produttori pistoiese. Lo afferma Coldiretti Pistoia, confermando le previsioni molto negative sulla produzione di miele, in linea con l'andamento regionale e nazionale. Il clima bizzoso di questi giorni aggrava una situazione già difficile. Se il numero di api è ridotto all'osso durante il periodo di fioritura, viene a mancare il prezioso lavoro di trasporto del polline da una pianta all’altra, di conseguenza è in forte ritardo anche la produzione di miele con cali fino al 50% per i primi raccolti di stagione. Siamo alla vigilia della fioritura dell'acacia, sottolinea Coldiretti Pistoia, uno dei fiori da cui si ricava un miele tra i più apprezzati dai consumatori, la cui produzione è già compromessa, ma che sarà ancora peggio se continuerà l'altalena climatica che ha caratterizzato aprile.

Gli effetti del clima – rileva la Coldiretti – rischiano di aggravare una situazione già difficile, dopo che a livello nazionale la produzione di miele nel 2017 si è ridotta a meno di 10 milioni di chili, uno dei risultati peggiori della storia dell’apicoltura moderna da almeno 35 anni, mentre le importazioni hanno superato i 23 milioni di chili con un aumento di quasi il 4% rispetto all’anno precedente. Quasi la metà di tutto il miele estero in Italia arriva da due soli paesi: Ungheria con oltre 8 milioni e mezzo di chili e la Cina con quasi 3 milioni di chili ai vertici per l’insicurezza alimentare.

Per evitare di portare in tavola prodotti provenienti dall’estero, spesso di bassa qualità – consiglia la Coldiretti Pistoia– occorre verificare con attenzione l’origine in etichetta oppure di rivolgersi direttamente ai produttori nelle aziende agricole, negli agriturismi o nei mercati di Campagna Amica di Pescia, ogni martedì, Quarrata ogni giovedì, e a Pistoia ogni sabato.

Il miele prodotto sul territorio nazionale dove non sono ammesse coltivazioni Ogm (a differenza di quanto avviene ad esempio in Cina) è riconoscibile attraverso l’etichettatura di origine obbligatoria fortemente sostenuta dalla Coldiretti.

La parola Italia deve essere obbligatoriamente presente sulle confezioni di miele raccolto interamente sul territorio nazionale, mentre nel caso in cui il miele provenga da più Paesi dell’Unione Europea, l’etichetta – continua la Coldiretti – deve riportare l’indicazione “miscela di mieli originari della CE”; se invece proviene da Paesi extracomunitari deve esserci la scritta “miscela di mieli non originari della CE”, mentre se si tratta di un mix va scritto “miscela di mieli originari e non originari della CE”.

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