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24 Novembre 2017
Da Pescia al Golfo di Napoli, il fagiolo di Sorana tra le specialità alimentari italiane

Dal corso del fiume Pescia, fino al Golfo di Napoli. C'è anche il fagiolo di Sorana tra le oltre 5 mila eccellenze alimentari italiane, come emerge dal nuovo censimento 2017 delle specialità che sono ottenute secondo regole tradizionali protratte nel tempo per almeno 25 anni, presentato all’apertura del Villaggio contadino della Coldiretti a Napoli sul lungomare Caracciolo, con oltre diecimila agricoltori.
Il fagiolo di Sorana (vedi foto) -commenta Coldiretti Pistoia-, che ha la caratteristica di avere la buccia molto delicata, dovuta al fatto che cresce nel greto del fiume Pescia, è in buona compagnia. Sono tante altre le leccornie pistoiesi ad essere censite: pecorino a latte crudo della montagna Pistoiese, Raviggiolo di pecora pistoiese, Ricotta di pecora pistoiese, Dormiente della montagna pistoiese (fungo), Farina di castagne pistoiese, Frutti del sottobosco delle montagne pistoiesi, Grano marzolo del Melo, Mirtillo nero della montagna pistoiese, Confetti di Pistoia, Panforte di Pistoia, Brigidino di Lamporecchio, Cialde di Montecatini, ecc..
Tante specialità che contribuiscono a rendere la Toscana (con 461 pietanze) la seconda regione italiana, nella speciale classifica delle 'bandiere del gusto', subito dopo la Campania e prima del Lazio.
A ruota tutte le altre Regioni: la Puglia con 276 prodotti tipici censiti, la Calabria (268), la Lombardia (248), la Sicilia (244), la Sardegna (193), il Friuli-Venezia Giulia (169), il Molise (159), le Marche (151), l’Abruzzo (148), la Basilicata con 114, la provincia autonoma di Trento con 105, l’Alto Adige con 90, l’Umbria con 69 e la Val d’Aosta con 32.
Il nuovo censimento è stato presentato all’apertura del Villaggio contadino a Napoli dalla Coldiretti per lo storico appuntamento dell’anno internazionale del cibo italiano nel mondo proclamato nel 2018.
Ai raggi X tutti i diversi tipi di pane, pasta, formaggi, salumi, conserve, frutta e verdura, dolci e liquori tradizionali che compongono il patrimonio enogastronomico nazionale, classificati per regione e tipologia, con gli esempi piu’ curiosi, piu’ rari, piu’ antichi, piu’ ricchi di proprietà salutistiche nella piu’ ampia esposizione della variegata offerta territoriale mai realizzata prima. Grazie all’opera di intere generazioni di agricoltori impegnati a difendere nel tempo la biodiversità sul territorio e le tradizioni alimentari, il numero delle tipicità regionali che l’Italia puo’ offrire è passato – sottolinea la Coldiretti - dalle iniziali 2.188 del primo censimento nel 2000 alle 5.047 attuali con un aumento del 131% dei prodotti salvati dal rischio di estinzione.
Per quanto riguarda le varie categorie si tratta – spiega la Coldiretti - di 1.521 diversi tipi di pane, pasta e biscotti, seguiti da 1.424 verdure fresche e lavorate, 791 salami, prosciutti, carni fresche e insaccati di diverso genere, 497 formaggi, 253 piatti composti o prodotti della gastronomia, 147 bevande tra analcoliche, birra, liquori e distillati, 167 prodotti di origine animale (miele, lattiero-caseari escluso il burro, ecc.) e 159 preparazioni di pesci, molluschi, crostacei. Un’offerta che è stato possibile far tornare sulle tavole degli italiani - rileva Coldiretti - grazie anche alla rete di vendita diretta dei mercati, delle fattorie e degli agriturismi di Campagna Amica.
Si tratta di un bene comune per l’intera collettività e di un patrimonio anche culturale che il nostro Paese può oggi offrire con orgoglio ai turisti italiani e stranieri -spiega Coldiretti- ricordando che il primato nei prodotti tradizionali si aggiunge a quello dei prodotti a denominazione di origine (Dop/Igp) riconosciuti dall’Unione europea, che hanno raggiunto quota 292, e ai 523 vini italiani Docg, Doc e Igt.

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