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23 Settembre 2013
DISTRETTO FLORICOLO LUCCA/PISTOIA: LA RICERCA VA FINANZIATA

'Conoscere per deliberare'. Anche al settore floricolo fa comodo tenere conto del principio di Luigi Einaudi, grande economista e politico, nonché Presidente della Repubblica Italiana. Purtroppo il principio si è appannato quando, in seno alla Camera di commercio, industria, artigianato ed agricoltura di Pistoia, è stato deciso di non proseguire nell'analisi della logistica all'interno del Distretto Floricolo Lucca/Pistoia.
Si è deciso di non approfondire, esplicitando anche le proposte risolutive alternative, l'analisi di come meglio potrebbe recuperare competitività e organicità il polo produttivo che va da Pescia a Viareggio.
La prima fase dell'analisi sulla logistica ed i trasporti del comparto floricolo è stata condotta da Lucense (organismo di ricerca), con il contributo della Camera di Commercio di Lucca. Punti di forza e di debolezza del settore, sono stati evidenziati, andando a fotografare, problematiche dei trasporti, dei servizi, delle produzioni, della produttività, delle realtà aziendali e delle due strutture mercatali di Pescia e Viareggio.
Il secondo step doveva essere co-finanziato dalla Camera di Commercio di Pistoia, che ha un proprio rappresentante nel comitato del Distretto Floricolo Lucca/Pistoia, ma una delibera della Cciaa pistoiese ha respinto la richiesta di finanziamento. Su Pistoia opera circa la metà delle circa 500 imprese floricole interessate. Il fatturato floricolo del polo Pescia-Viareggio è stimabile in 150 milioni di euro, dando occupazione a circa 1.500 persone tra coltivatori diretti, coadiuvanti, dipendenti e stagionali.
L'iter che ha condotto ad un ribaltamento di una decisione ampiamente dibattuta e concordata è senz'altro legittimo, ma ha tante contraddizioni, a partire dal fatto che a dare parere contrario al finanziamento è stato un rappresentante del mondo agricolo, con motivazioni che non ci convincono. Lo stop è dannoso, come ha evidenziato Marco Carmazzi, presidente del Distretto Floricolo Lucca/Pistoia.
Senza il supporto del secondo step dell'analisi, i rischi di prendere decisioni poco lungimiranti li corrono direttamente le aziende e i lavoratori che producono fiori, fronde e piante fiorite in vaso. Ma gli effetti negativi si farebbero sentire nell'indotto, soprattutto nel pesciatino.
Coldiretti, a tutela delle tante imprese, insisterà su tutti i tavoli politico-istituzionali perché si eviti un palese errore strategico. Vogliamo che il settore Floricolo faccia parte del Pistoiese, e di Pescia in particolare, anche in futuro, prendendo decisioni basate su analisi scientifiche. C'è in gioco il futuro di oltre 500 aziende agricole. Vogliamo conoscere per deliberare.

Coldiretti Pistoia

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