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26 Maggio 2012
L’orto didattico al mercato: la freschezza dei prodotti e quella dei ragazzi


Una scolaresca di undicenni era oggi presente, con il proprio banco, al mercato Campagna Amica di Pistoia a vendere verdure, ultima fase di un progetto che ha visto cinquanta ragazzi alternarsi per zappare e pulire l'orto ricavato nel giardino dell'Istituto comprensivo Enrico Fermi di Casalguidi. E il mercato già naturalmente movimentato si è trasformato in festa affollato da grandi e piccoli.
Baby contadini (a fini didattici), con una maestra di vita come l'agricoltura, con i suoi ritmi lenti, il sudore che richiede e l'energia che trasmette sono alla base de Il verde intorno a me, progetto di educazione ambientale: l'orto didattico ideato dall'istituto Fermi, con il tutoraggio di Campagna Amica, la rete Coldiretti per la filiera corta. Ha contribuito al progetto anche il Consorzio agrario di Pisa, che ha fornito materiali e attrezzi.
Il progetto, oltre alla didattica in classe, è stato svolto in 40 uscite in campo, coinvolgendo in totale 50 ragazzi, per circa 300 presenze.

La presenza al mercato dei ragazzi è stata occasione anche per fare il punto sul progetto.
“Le nostre zone sono ancora un angolo di verde che deve essere tutelato. Compito della scuola è di favorire la tutela -ha dichiarato Stefania Corsini, dirigente dell'istituto comprensivo Enrico Fermi di Casalguidi-Serravalle-. Non nascondo la fatica ed il grosso lavoro che sta dietro ad un 'laboratorio' come l'orto didattico, ma quando vediamo gli alunni entusiasti e contenti di 'produrre' dimentichiamo anche la fatica. Un ringraziamento particolare ai docenti e a Coldiretti per riuscita dell'iniziativa, con la speranza che possa avere un seguito”.

“Il tutoraggio fornito al progetto orto didattico dell'Istituto Fermi rientra in una strategia nazionale di Coldiretti e della fondazione per la filiera corta e tutta italiana Campagna Amica -ha dichiarato Riccardo Andreini, presidente di Coldiretti Pistoia-. Non un estemporaneo sostegno materiale e di competenze agronomiche, ma un tassello di un'operazione culturale rivolta ai cittadini piccoli e grandi, non solo in quanto consumatori di alimenti (sani), ma come soggetti a cui può essere utile conoscere e riappropriarsi di concetti come la stagionalità: la natura prevede tempi lunghi per dare frutti”.

“I risultati didattici ottenuti sono eccellenti. Gruppi di ragazzi che zappano il terreno e lo ripuliscono dalle erbacce con entusiasmo è un ottimo indizio del risultato raggiunto -hanno dichiarato i docenti curatori del progetto, Beatrice Margiacchi e Marco Freschi-. Altro elemento rilevato è il grado di integrazione (immediata) che l'esperienza dell'orto fa scattare in ragazzi provenienti da diverse classi, in gruppi a composizione variabile: piccoli da 5-6, fino a 30 allievi intenti a trapiantare, irrigare, zappare, ripulire. I ragazzi hanno imparato a collaborare e, rispettando le regole della terra, si sono presi cura dell'orto, che è rispettare il loro lavoro e se stessi”.

Daniela Gori, genitore, rappresentate di classe, ha visto i frutti del progetto in casa. “Mia figlia Anna ha piantato il seme che a inizio progetto è stato dato a tutti gli allievi coinvolti. Oggi nel giardino di casa c'è un vaso con le zucchine. Osservo che i ragazzi zappano e puliscono l'orto sono tranquilli e non si annoiano. Grazie all'orto didattico Anna ha 'riscoperto' il lavoro del nonno, che ha la terra”.

Fabio Pellegrini è il delegato Giovani Impresa di Coldiretti Pistoia, presidente di Agrimercato Pistoia, tutor del progetto e, soprattutto, agricoltore esso stesso, essendo uno dei titolari dell’azienda agricola Fratelli Pellegrini di Larciano. “Il tempo dedicato ai ragazzi è, oltre che piacevole, un investimento culturale -ha spiegatoFabio Pellegrini-. La nostra azienda non di rado ospita in azienda scolaresche a cui si insegnano i rudimenti dell'agricoltura. Io mi diverto insegnando loro come zappare, quando piantare e quando raccogliere, ma ciò che riempie l'anima è la consapevolezza che questi ragazzi, qualunque mestiere andranno a fare dopo gli studi, porteranno con sé questi spicchi di esperienza, un approccio con una concretezza che fa crescere interiormente, perché insegna i sacrifici, la fatica che servono per ottenere un risultato. Che quando arriva, fa sognare”.

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