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25 Maggio 2021
NON SOLO CINGHIALI. GLI AGRICOLTORI POTRANNO ABBATTERE ANCHE PICCIONI

 Coldiretti: in Valdinievole i piccioni hanno fatto strage del 75% dei girasoli seminati.  Il provvedimento di Regione Toscana segna un cambio di approccio

 “ALLEVIAMO BOVINI, NON PICCIONI”

 Non solo cinghiali. Gli agricoltori potranno intervenire per difendere le coltivazioni anche nei confronti degli storni, piccioni ed altri animali selvatici. Lo ha chiarito la Regione Toscana in occasione del question time su Zoom promosso da Coldiretti a cui hanno partecipato molte imprese toscane. “Una possibilità che dà un po’ di sollievo anche in Valdinievole –commenta Paolo Giorgi, vicepresidente di Coldiretti Pistoia- dove i piccioni hanno fatto strage del 75% dei girasoli seminati”.

La modifica della delibera 310/2016, approvata nei giorni scorsi da Regione Toscana, consente infatti agli agricoltori di intervenire direttamente, se muniti di licenza di caccia e sotto la supervisione della polizia provinciale, nei confronti non solo dei cinghiali: consente un più ampio raggio di azione.

“E’ un provvedimento – ha spiegato Paolo Giorgi – che, anche grazie all’impegno di Coldiretti, segna un cambio di approccio verso una problematica da tempo fuori controllo e che pone oggi la Toscana all’avanguardia nei confronti di un meccanismo di riequilibrio, che coinvolge direttamente le imprese agricole. Ed è molto importante che questo provvedimento coinvolga non solo ungulati, ma anche altre specie come storni, piccioni ed altri animali selvatici”.

In tutta la Valdinievole -spiega Coldiretti Pistoia- la stagione sta andando molto male per i seminativi. I ¾ dei girasoli seminati sono stati devastati dai piccioni. Le piogge di questi giorni stanno rendendo molto difficile la risemina. A soffrire è anche il mais che sta crescendo molto lentamente, a causa delle gelate. I campi di granturco, inoltre, sono già visitati e ‘zappati’ dai cinghiali.

“Speriamo che i nuovi provvedimenti aiutino noi imprenditori agricoli –spiega Paolo Giorgi, che alleva bovini e coltiva cereali per alimentarli-, impedendo ai piccioni di continuare la devastazione dei campi di girasoli e ai cinghiali di danneggiare il mais in fase di crescita. Noi alleviamo bovini non piccioni”.

Il nuovo strumento normativo mette finalmente in condizioni gli agricoltori di agire, in prima persona ed in tempi rapidissimi, previa comunicazione ad Artea e sotto la supervisione della polizia provinciale, sui propri terreni, anche nelle aree vocate, per tutelare raccolti, biodiversità e produzioni di qualità a denominazione.

“E’ importante aver chiarito che non si tratta di attività venatoria ma di attività di controllo a tutela dell’agricoltura –spiega Coldiretti-. Alla svolta normativa, ora speriamo presto possa arrivare una svolta concreta anche nelle nostre campagne ostaggio ormai da troppo tempo da migliaia di cinghiali ed altri animali selvatici in evidente sovrannumero”.

Il question time è stato utile per chiarire alcuni aspetti chiave nell’applicazione della delibera. Il canale di gestione degli interventi diretti da parte degli agricoltori è quello del portale di Artea che è già stato aggiornato per attivare questa procedura. La logica è quella della semplificazione con un ulteriore riduzione dei tempi di azione. L’agricoltore, una volta individuato il poligono colturale, deve richiede all’inizio dell’anno, la possibilità di fare gli interventi in controllo ed in maniera diretta –è stato spiegato durante il question time-. Lo potranno fare i proprietari e conduttori di fondo con porto d’armi. Il portale Artea fornisce un’autorizzazione, che altro non è che un numero identificativo della pratica, che sarà inviato alle polizia provinciali che dovranno coordinare l’intervento. La gestione post-abbattimento del cinghiale sarà in capo alle Atc con l’attivazione di un centro di sosta per una corretta e trasparente procedura di identificazione, anche sanitaria.

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