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26 Luglio 2012
Olio taroccato. Le istituzioni toscane a fianco di Coldiretti, e gli uliveti della Valdinievole e del Montabano possono gioire, almeno un po’!


Gli uliveti della Valdinievole e del Montabano possono gioire, almeno un po'. Le istituzioni regionali toscane sono al loro fianco e alla battaglia di Coldiretti per un mercato dell'olio d'oliva senza frodi e prodotti taroccati e più trasparente al consumatore. Consiglio e giunta regionale hanno formalizzato il loro impegno, ora tocca ai palazzi della politica romana fare il proprio dovere, ed approvare il disegno di legge che potrebbe rendere difficile la vita ai taroccatori di professione.
Anche l'olio pistoiese risente delle tante frodi, facilitate da un sistema di etichettatura che non aiuta il consumatore a distinguere tra il vero olio toscano da quello 'travestito' da olio toscano. Oli con nomi commerciali e il disegni in etichetta (casali e paesaggi) che richiamano la toscanità imperversano sul mercato a prezzi impossibili per un vero olio toscano di qualità. E a rimetterci è la redditività e la stessa sopravvivenza futura degli uliveti e del meraviglioso paesaggio di cui godiamo quotidianamente.
La produzione di olio in provincia è circa l'8% di quella toscana con 14.756 quintali (dati Istat 2010), ottenuti da 7.500 ettari di uliveti 'attivi', significa che 8% del territorio provinciale è occupato da ulivi.
Il Consiglio regionale ha approvato all’unanimità una mozione che da un lato impegna la giunta guidata da Enrico Rossi a promuovere un ampio e approfondito confronto sul territorio con olivicoltori, produttori e consumatori sulla delicata questione delle attività fraudolente e le pratiche commerciali scorrette, lungo la filiera degli oli di oliva vergini. Sull'altro versante, impegna sempre la giunta toscana a sostenere il disegno di legge 3211 “Norme sulla qualità e la trasparenza della filiera degli oli di oliva vergini”, che nonostante sia appoggiata praticamente da tutti i partiti nazionali, ancora giace in Parlamento. Il disegno di legge prevede norme sulla indicazione dell’origine e classificazione degli oli di oliva vergini, sulla trasparenza e sulla tutela del consumatore, sul funzionamento del mercato e della concorrenza e sul contrasto delle frodi.

Roma destati, è il messaggio che arriva dalla Toscana, perché i professionisti del falso olio extravergine sono al lavoro -ha dichiarato Riccardo Andreini, presidente di Coldiretti Pistoia-, nonostante le tante indagini della magistratura che in Toscana hanno recentemente scoperchiato brutte realtà (tra Pistoia e Siena), fatte da quantità enormi di prodotto taroccato, colorato e profumato artificialmente, di provenienza non definita ma spacciato come prodotto italiano e toscano”.

Il sostegno della politica regionale alla tutela del vero olio toscano è venuto in occasione del presidio Coldiretti Toscana contro il falso made in Tuscany, tenutosi nei giorni scorsi a Firenze, davanti il Consiglio regionale (manifestazione replicata a livello provinciale a Monsummano Terme, nell'ambito del mercato Campagna Amica settimanale).
Durante la manifestazione fiorentina, Alberto Monaci, presidente del consiglio regionale, ha dichiarato: “La Toscana è un marchio di qualità in se stessa, che dobbiamo stare attenti a non perdere e a non farcela prendere, perché altrimenti perdiamo la nostra identità”.
Ai tanti agricoltori presenti al presidio fiorentino, l’assessore regionale all’Agricoltura, Gianni Salvadori, è stato chiaro: “L'iniziativa serve per sostenere il made in Tuscany. Le imitazioni stanno imperversando in tutto il territorio. I sequestri di questi giorni sono cosa inaudita. Le istituzioni saranno al loro fianco in questa battaglia che noi vogliamo vincere. E questo sarà anche il nostro contributo per battere la crisi. Siamo con voi, avanti tutta”.
Più chiaro di così. “Speriamo che l'impegno garantito dalle istituzioni toscane -ha continuato Andreini-, in appoggio all'azione Coldiretti, veramente spinga il Parlamento a fare la propria parte ed approvi il disegno di legge. La crisi si supera favorendo il sano sviluppo delle aziende agricole e tagliando l'erba da sotto i piedi dei furbi, che guadagno alla spalle di consumatori, imprese corrette e ambiente”.

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