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11 Ottobre 2023
Primi giorni di frangitura nei 28 frantoi pistoiesi: non ci sono olive, meno 70/80%

Nel più antico frantoio Pistoiese:  nel primo giorno di frangitura si è passati da 14000 chili a 320 chili di olive frante.  Coldiretti: il futuro dell’olivicoltura toscana è nell’irrigazione

Primi giorni di frangitura nei frantoi pistoiesi, con il crollo produttivo di olive che naturalmente genera forte preoccupazione tra gli operatori. Un esempio per tutti. Il primo giorno di frangitura della passata stagione olearia, il Frantoio Spinelli a Larciano Castello, lavorando a pieno regime, franse 14000 chili di olive. Quest’anno il primo giorno soli 320 chilogrammi (il 2%), poi chiusura in attesa di accumulare qualche ‘spicciolo’ di oro verde. È l’eloquente aneddoto di Marco Spinelli, dell’omonimo frantoio della rete Coldiretti, il frantoio più antico della provincia fondato nel 1781.

Pistoia ospita sul territorio 7 mila ettari di uliveti, purtroppo le condizioni climatiche sfavorevoli, con tanta pioggia nel periodo dell’impollinazione ed il prolungato caldo torrido, ridurranno la produzione di olio. Il calo previsto nelle diverse zone della provincia –raccontano gli operatori sondati da Coldiretti Pistoia- vanno dal 65%, all’85%. Fermo restando la diminuzione della raccolta, in ogni caso eccezionale, la perdita rispetto alle quantità dello scorso anno –continua Coldiretti- dipenderà dal meteo delle prossime giornate e dalla valutazione che i proprietari degli uliveti stanno facendo: conviene investire nella raccolta con quantità di olive così scarse?”.

“Se non piovesse in questi giorni –spiega Coldiretti- le poche olive rischiano di cadere a terra già secche. E sono già tanti i produttori che hanno ‘battezzato’ come non proficuo procedere con la raccolta. Un ulteriore fattore che porterebbe il calo produttivo a percentuali più vicine al 90%”. Portando nel pistoiese la raccolta a quote risibili, rispetto allo standard. Lo scorso anno, nei 28 frantoi pistoiesi furono frante 6.344 tonnellate di olive (fonte Ismea). Le previsioni dicono che si porteranno a frangere 1500/2000di tonnellate di olive, con conseguente crollo della produzione di olio, che lo scorso anno fu di 900 tonnellate.

“Una campagna olivicola-olearia molto particolare, ma che conferma che il cambiamento climatico in atto, renderà sempre più indispensabile la diffusione su vasta scala dell’irrigazione negli uliveti, anche collinari –conclude Coldiretti Pistoia-. Occorre che la programmazione dei fondi strutturali ne tenga conto, dando adeguate risorse sia per gli impianti in uliveto, sia per l’aumento della disponibilità d’acqua a scopo irriguo”.

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