Basta cibi ultraformulati nelle mense scolastiche. Ad invocare un cambio di rotta sono 8 italiani su 10 che chiedono di vietare per legge la presenza di cibi precotti, confezionati e merendine nei menu delle mense scolastiche seguendo l’esempio della California, che ha recentemente approvato una norma per tutelare la salute di bambini e ragazzi rispetto alla diffusione di prodotti pieni di additivi chimici. È quanto emerge dall’ultimo rapporto Coldiretti/Censis “Mangiare bene, malgrado tutto”, dedicato alle sfide al buon cibo italiano e presentato in occasione del XXIII Forum Internazionale dell’Agricoltura e dell’Alimentazione, organizzato da Coldiretti con la collaborazione dello studio The European House – Ambrosetti.
“Un toscano su tre secondo un nostro recente sondaggio – spiega Letizia Cesani, Presidente Coldiretti Toscana dal forum - acquista e consuma cibi ultra processati essendo in parte o del tutto inconsapevole del fatto che si tratti di prodotti industriali ottenuti miscelando decine di ingredienti pericolosi per il nostro organismo. Ecco perché noi genitori dobbiamo mangiare con la testa ed insegnare ai nostri figli a fare altrettanto, dando l’esempio, dedicando qualche secondo alla lettura dell’etichetta o nel capire quel prodotto come è realizzato o da dove proviene veramente: attenzioni che possono aiutarci a vivere meglio e più a lungo”.
L’acquisto ed il consumo di alimenti ipercalorici pesa sulla nostra salute e soprattutto su quella delle nuove generazioni con i bambini che sono la categoria più fragile e purtroppo anche più a rischio nello sviluppare obesità ed altre malattie croniche come il diabete. In Toscana l’eccesso di peso riguarda già un bambino su tre. Una pandemia moderna di fronte alla quale il 91% dei cittadini ritiene fondamentale introdurre forme accessibili di educazione alimentare fin dalle scuole elementari. Un’esigenza resa ancora più urgente dal fatto che, per il 62% dei cittadini, la scelta delle pietanze in casa o durante i pasti con parenti e amici è condizionata dalle preferenze dei figli o dei nipoti. Quasi l’84% degli italiani ritiene che i cibi ultra formulati, ricchi di additivi chimici, siano pericolosi per la salute.
Per evidenziare i rischi legati al consumo di tali alimenti, in occasione del forum è stato realizzato un allestimento dimostrativo con esempi concreti di prodotti di largo consumo — energy drink, snack dolci e salati, merendine confezionate, cibi precotti esposti sopra dei banchi di scuola, ad evidenziare in maniera netta i rischi che corrono i più giovani. Secondo un rapporto della Fondazione Aletheia, in questi ultimi anni sono aumentate le evidenze scientifiche che segnalano la stretta correlazione tra il consumo sistematico di alimenti ultra-formulati e la diffusa obesità che colpisce soprattutto i più piccoli e altre diverse malattie croniche.
Bevande dall’alto contenuto di caffeina e zuccheri possono favorire insonnia, ansia e disturbi cardiaci, mentre la presenza di taurina può contribuire all’insorgenza di leucemia. Le merendine industriali o le barrette energetiche, ricche di zuccheri raffinati e grassi saturi, contribuiscono a sbalzi glicemici e aumento di peso, mentre i piatti precotti o preconfezionati, come bastoncini di pesce o budini, contengono quantità elevate di sodio, conservanti e additivi che possono incidere sul rischio di ipertensione e malattie cardiovascolari.
Nonostante la crescente consapevolezza, questi prodotti restano molto diffusi, anche nelle mense scolastiche. Per questo, accanto ai cibi ultra formulati, l’allestimento propone anche un’area dedicata ai cibi sani e genuini: pane e marmellata, latte e frutta, pasta al pomodoro, pollo con patate e il classico ciambellone della nonna, a testimoniare l’importanza di una dieta equilibrata e basata su prodotti della filiera corta e dei mercati contadini.
“I cibi ultra formulati stanno compromettendo il futuro dei nostri ragazzi. – prosegue la presidente Cesani – La qualità di ciò che portiamo in tavola è una scelta che pesa sul destino del Paese: da un’alimentazione consapevole nasce una generazione più sana e più forte. L’Italia è il primo paese al mondo a riconoscere l’obesità come una malattia: è la direzione giusta per rimettere al centro uno stile di vita salutare ripartendo dalla Dieta Mediterranea e dal consumo di alimenti naturali coltivati e prodotti dai nostri contadini”.