Con la produzione i dati sono la vera ricchezza dell’agricoltore. Ma vanno gestiti. Perché solo da indicazioni precise che arrivano dalla mole di informazioni raccolte dai sistemi digitali è possibile ridurre i costi delle aziende che rappresentano un handicap per il settore. Il tema dell’hi tech è una priorità e per questo Coldiretti ha promosso un incontro nell’ambito della Fieragricola Tech per affrontare le tematiche legate allo sviluppo digitale e dell’Intelligenza Artificiale in particolare, al quale con il segretario generale, Vincenzo Gesmundo e il presidente Ettore Prandini hanno partecipato Felice Adinolfi, professore di Economia e politica agraria all’Università di Bologna, Teresa del Giudice, professore di Economia agraria, alimentare ed estimo rurale all’Università Federico II di Napoli, Chiara Corbo, direttrice Osservatorio Smart AgriFood Politecnico di Milano, Gianluca Lelli, ad di Consorzi agrari d’Italia, Roberto Mancini ad di Diagram, Filippo Pallara dell’Azienda agricola Pallara e Alessandro Apolito, Capo area innovazione e digitalizzazione della Coldiretti.
Coldiretti ha già compiuto importanti passi su questo fronte a partire da Demetra, piattaforma utilizzabile all’interno dei servizi offerti dal “Portale del Socio” a supporto dell’agricoltura di precisione per la gestione integrata delle attività quotidiane, ma anche fondamentale per una efficace programmazione. Perché per Coldiretti l’impegno per sostenere uno sviluppo tecnologico delle aziende accompagnato da una formazione costante è un pilastro dell’attività sindacale fondamentale tanto quanto le mobilitazioni. Tutto si tiene con un obiettivo preciso: sostenere i redditi dei produttori agricoli a 360 gradi. Con Demetra un agricoltore riesce a capire, per esempio, perché un raccolto è stato inferiore alle previsioni. La piattaforma inoltre è importante anche per la gestione del Quaderno di campagna grafico che consente così una semplificazione dell’attività dell’azienda.
L’agricoltura 4.0 continua la sua crescita veloce e sono soprattutto le aziende guidate da giovani, da titolari con titolo di studio e che operano all’interno di un processo di filiera quelle che accedono alle soluzioni digitali che consentono di aumentare le rese, producendo dunque di più e inquinando di meno. Un mercato in grande sviluppo, ma da maneggiare con cura. Il segretario generale Gesmundo, ha ribadito come la ricchezza dell’agricoltura italiana, che ha raggiunto il primo posto nella Ue per valore aggiunto, sia la distintività. Perché il nostro Paese non può misurarsi sulle economie di scala di paesi, come il caso citato dell’Australia, dove un’azienda che produce grano è grande come l’intera Lombardia. Da qui le battaglie della Coldiretti prima contro gli Ogm che avrebbero portato a una standardizzazione delle produzioni e oggi contro i cibi cellulari che – ha spiegato Gesmundo – sono equiparati ai medicinali e per i quali è necessaria una ricerca medica per sapere se fanno bene o male. Un tema delicato, poi, secondo il segretario generale, è quello dell’Intelligenza Artificiale.
“Noi siamo a favore della scienza e della tecnologia – ha affermato – se usate con le giuste cautele, Ci preoccupa il suprematismo delle tecnologie”. Per questo ha posto la questione della regolamentazione dell’IA che non è conosciuta fino in fondo. Un altro problema che pone l’IA è quello della richiesta di energia. Gesmundo ha citato stime secondo le quali nel 2050 per mandare avanti i sistemi dell’IA servirà il 50% dell’energia elettrica a livello planetario. E ha ricordato che Musk ha evocato il rischio di siccità elettrica. E allora l’invito del segretario generale di Coldiretti è stato di conservare dell’AI la A di agricoltura, perché” solo l’agricoltura può dare la traiettoria futura della nostra ammaccata umanità”. Il presidente Ettore Prandini ha rimarcato la necessità di ampliare il numero di imprese che possano utilizzare le nuove tecnologie. Per i droni, per esempio, Prandini ha ricordato che la Coldiretti ha presentato una proposta per normare il sorvolo nelle aree collinari e montane con vantaggi, tra l’altro, per il settore vitivinicolo.
La tempestività negli attacchi di fungicidi – ha affermato – è fondamentale e con i droni si possono trattare 6 ettari in un’ora con risultati efficaci rispetto agli atomizzatori o addirittura ai trattamenti a mano dell’agricoltura eroica. L’obiettivo finale è sempre lo stesso: salvaguardare il reddito. Che va perseguito anche con le Tea che accelerano i processi delle piante conservando biodiversità e distintività. Prandini ha poi evidenziato come l’utilizzo dei dati sia una sfida globale e ha ricordato i ritardi del nostro Paese: in Spagna la diffusione di internet veloce è al 90%, in Italia al 55%. “Bisogna creare meccanismi – ha aggiunto – per dare servizi anche alle zone montane e interne”. Quanto all’Intelligenza Artificiale ha ribadito la necessità di energia elettrica, ma anche di acqua, perché nessun settore ne consuma in quantità tanto ingente come l’Ia per raffreddare i processori dei dati. Le infrastrutture sono dunque fondamentali e ha sottolineato la lungimiranza della Coldiretti che da molti anni ha lanciato il progetto per la realizzazione di bacini di accumulo. “Bisogna implementare le aree irrigue – ha ribadito – dopo l’uso umano al secondo posto c’è quello irriguo”. E dunque la sfida che Coldiretti ha lanciato alle istituzioni italiane e dell’Unione europea è di riservare la Pac a chi vive di agricoltura per dare così anche un contributo alla redditualità. Investire in infrastrutture – ha concluso Prandini – è fondamentale per lo sviluppo dell’agricoltura.