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4 Giugno 2020
VERSO L’AGRICOLTURA 4.0/FASE3. Riaccendono i motori 3 progetti innovativi targati Coldiretti Pistoia

Dai sensori che tracciano tutta la filiera dell’olio, a quelli che migliorano il benessere delle piante ornamentali durante il trasporto, al miglioramento della gestione delle risorse idriche e realizzazione o ripristino di abbeveratoi, sentieri, muretti a secco, recinzioni.
L’agricoltura pistoiese guarda avanti con tre progetti targati Coldiretti che, con la Fase3, riaccendono i motori dopo lo stop forzato alle attività dovuto al coronavirus. “Riprendono con le precauzioni necessarie –spiega Coldiretti Pistoia- visite in azienda, incontri, progettazioni e realizzazioni delle opere previste”.
Progetti che coinvolgono università, centri di ricerca, istituzioni e tante realtà produttive agricole del territorio provinciale: dal vivaismo olivicolo della Valdinievole a quello ornamentale di Pistoia, alle attività della montagna pistoiese.
I tre progetti si chiamano EVO 2.0, Progetto integrato di filiera (PIF) che mette a punto innovazioni che portano qualità e valore aggiunto nella filiera dell’olio; A.L.T.A. Montagna Pistoiese, Progetto integrato Territoriale (PIT) che attua interventi per migliorare l’ecosostenibilità e mantenere la biodiversità in montagna; INTRAVIVA, Gruppo Operativo (GO) che sta sperimentando soluzioni innovative per migliorare la qualità e l’efficienza dei trasporti del vivaismo ornamentale. Pif, Pit e GO sono tre strumenti diversi che hanno in comune la ‘messa in rete’ delle competenze e che sono cofinanziati dal Piano di sviluppo rurale della Toscana.
I 3 progetti valgono in totale circa 4 milioni di euro di investimenti, e vi partecipano in oltre 100 soggetti, tra aziende agricole, enti di ricerca ed università e istituzioni.
“Con il blocco dettato dall’emergenza coronavirus le varie attività hanno dovuto sospendere. Si tratta complessivamente di moltissime azioni che, anche grazie alle proroghe concesse dalla regione, saranno implementate nei prossimi mesi –spiega Coldiretti Pistoia, che funge da capofila o coordinatore dei diversi progetti-. In questi giorni ricercatori universitari, tecnici Coldiretti e imprenditori agricoli, visto la graduale riapertura stanno lavorando anche in videoconferenza alla rimodulazione temporale delle attività”.

I progetti pistoiesi sono parte di quella grande spinta verso l’innovazione dell’agricoltura italiana, accelerata ulteriormente dall’emergenza coronavirus, che ha imposto un cambiamento radicale del modello economico globalizzato. Dal modo di rapportarsi con i consumatori alla sostenibilità ambientale, economica e sociale e nel nuovo scenario post emergenza l’innovazione sarà uno strumento imprescindibile per garantire la prosperità della società.
Coldiretti ha presentato nei giorni scorsi il Manifesto dell’agricoltura 4.0 che, evidenziando il ruolo centrale del settore primario, auspica un impegno che coinvolga imprese e istituzioni per la nascita del primo piano nazionale dell’agrifood 4.0 con obiettivi chiari e definiti riassunti in 6 punti precisi:
1) accelerare la transizione digitale premiando l’adozione di tecnologie di agricoltura e zootecnia di precisione con progetti in grado di preservare le caratteristiche uniche del nostro territorio;
2) fornire agli agricoltori supporto alle decisioni agronomiche in tempo reale;
3) creare consapevolezza e cultura nel consumatore sulla provenienza dei prodotti e delle loro caratteristiche, garantendo sicurezza, salubrità e qualità attraverso l’adozione di tecnologie digitali per la tracciabilità dei prodotti;
4) incentivare modelli economici innovativi che prevedano una più equa distribuzione del valore lungo la catena di approvvigionamento;
5) sostenere lo sviluppo di canali di vendita digitali per le filiere corte nazionali;
6) sviluppare brevetti basati su tecnologie che abbiano uno standard tecnologico “made in Italy” a servizio della filiera agroalimentare italiana per migliorarne efficienza ed efficacia.

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